Con l’entrata in vigore della Legge 11 gennaio 2018, n. 3, in materia di “Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute” (G.U. Serie Generale n. 25 del 31 gennaio 2018), il Collegio Professionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM) della Provincia di Salerno è divenuto Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione, Ente di diritto Pubblico sussidiario dello Stato, è pertanto chiamato a svolgere compiti amministrativi in luogo e per conto di esso. La Legge lo pone sotto la vigilanza del Ministero della Salute, conferendogli autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, aspetti che sono esercitati attraverso gli Organi che lo compongono.
Il Nuovo Ordine TSRM e PSTRP
Con l’entrata in vigore della Legge Lorenzin (l. n. 3/2018 “Delega al governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute”) viene approvata la riforma degli Ordini professionali sanitari. In particolare, è stato finalmente costituito un unico grande ORDINE professionale che comprende quasi 200mila professionisti sanitari afferenti a 19 diversi albi.
Questa legge trasforma quindi il “collegio” in “ordine” multi albo all’interno del quale sono comprese tutte le figure professionali tecniche della riabilitazione e della prevenzione che in precedenza erano prive di albo.
Le professioni sanitarie si riuniscono quindi sotto un’unica bandiera, quella della Federazione Nazionale ordini dei TSRM e delle PSTRP (Professioni Sanitarie Tecniche della Riabilitazione e della Prevenzione).
Le attività dell’Ordine sono finalizzate alla tutela e alla conservazione del decoro, della dignità e dell’indipendenza della professione. L’Ordine promuove e fa rispettare il Codice Deontologico, esercita il potere disciplinare nei confronti dei professionisti iscritti agli albi, si interpone nelle controversie che si verificano fra questi ultimi, fra gli stessi o persone o Enti a favore dei quali abbiano prestato o prestino la loro attività.
Attraverso questo processo di trasformazione l’ordine istituito esprime rappresentanza e visibilità politica nelle istituzioni ed argina l’abusivismo delle professioni.
Esso è innanzitutto un ente sussidiario dello stato e non più ausiliario: l’ordine quindi “si occuperà direttamente di alcune funzioni per conto dello Stato e non solo a supporto di quest’ultimo”. L’Ordine infatti assume tutte le iniziative utili a promuovere e a favorire il progresso culturale degli iscritti e mantiene costanti rapporti con tutte le Istituzioni pubbliche (Governo, Parlamento, Regioni, Università, Organizzazioni Sindacali).
Altra importante differenza riguarda l’architettura istituzionale. Infatti, il passaggio da un Collegio (dei TSRM) con un albo (dei TSRM) ad un Ordine unico contenente ben 19 albi non è una trasformazione da poco. Proprio in ragione di questo elevato numero di albi è stata identificata una nuova figura di rappresentanza istituzionale della professione: la commissione d’albo. È tramite questo soggetto di rappresentanza che le professioni tutelano la loro identità e il loro percorso istituzionale.
Il consiglio direttivo mantiene invece la rappresentanza istituzionale dell’ente, con funzioni prevalentemente gestionali.
Attraverso queste interazioni, il valore delle singole professioni aumenterà tantissimo soprattutto grazie al confronto tra i valori, la storia e le competenze dei singoli professionisti iscritti, con l’auspicio che tali virtù si rispecchino nel servizio sanitario e nel trattamento delle persone assistite.
Requisiti per l’iscrizione agli albi
Il decreto attuativo del 13 marzo 2018 chiarisce che per poter iscriversi all’albo sarà necessario essere in possesso dei seguenti requisiti, oltre ovviamente ad aver conseguito la laurea triennale o titolo equipollente:
- cittadinanza italiana o di altro Paese dell’UE;
- avere il pieno godimento dei diritti civili;
- nessun carico pendente risultante dal certificato generale del casellario giudiziario;
- residenza o domicilio professionale nella circoscrizione dell’ordine.
Per i possessori di titoli conseguiti in Paesi dell’Unione Europea è necessario il riconoscimento del titolo di studio abilitante all’esercizio della professione sanitaria da parte del Ministero della Salute.
Lo stesso riconoscimento del titolo di studio sarà necessario per i cittadini non appartenenti a paesi dell’UE e, ovviamente, sarà necessario essere in regola con il permesso di soggiorno.
Per gli iscritti all’albo che si trasferiscono all’estero, è possibile conservare l’iscrizione all’Ordine italiano di appartenenza presentando domanda.